Utility e sviluppo strategico dei territori.

Intervista a Franco Berti, Direttore Confservizi Veneto Friuli Venezia Giulia, tra i promotori di “Smart Utility Hub” a Ecomondo

La rete di utility riunita in Confservizi Veneto Friuli rappresenta un valore non solo per le singole realtà di servizi vostre socie, ma per le Regioni stesse.

Siamo consapevoli che fare rete tra associati crei oggi valore per le città e i territori a cui le nostre società si rivolgono. Un sistema di gestori di pubblici servizi che sta subendo un forte cambiamento e necessita sempre più di figure specializzate, competenze specifiche e al tempo stesso multidisciplinari, tutte qualità che si possono reperire attraverso lavoro di gruppo, scambio di visioni ed esperienze. La fusione tra le Confservizi di Veneto e Friuli, pur recente (un processo iniziato nel 2022 e consolidato nell’anno in corso) ha dato da subito segnali decisamente positivi; si è percepito il bisogno, soprattutto nel post Covid, di lavorare in rete al fine di attivare tutte le sinergie possibili sui diversi fronti in cui siamo impegnati: energia, acqua, ambiente, trasporti. Molte aziende si sono associate di recente proprio grazie a questa nuova visione; creare connessioni e trarre vantaggi dalle reciproche capacità operative moltiplica il valore dei servizi e al tempo stesso accorcia i tempi di analisi costi benefici relativamente ai singoli processi. Un rapporto che è andato a consolidarsi su altri piani; per esempio su quello regolatorio, conoscere e approfondire in un confronto aperto tra i soci i meccanismi imposti da Arera, fa parte di un processo culturale che esula dalla semplice lettura di un documento di consultazione o una delibera, con implicazioni peraltro che impattano sulle utility di qualunque dimensione o connotazione territoriale esse siano. Questo ci permette di avere una visione d’insieme, di raccogliere dati su società civile e mondo produttivo, di capire esigenze e modificare gli obiettivi rispetto ai bisogni effettivi delle comunità.
Ritengo per questo che Confservizi Veneto-Friuli, oggi entrata a sua volta nel network del Coordinamento Confservizi Nord Italia, porterà valore non solo al sistema Confservizi ma all’intero comparto a livello nazionale.

 

Si parla spesso di Smart City e Smart Land, di reti di comuni che proprio in un rapporto dialettico con le utility possono dare visione e prospettiva ai territori. Si tratta di un posizionamento strategico di cui avete consapevolezza?

Di certo da parte di Confservizi c’è un forte senso di responsabilità e siamo consapevoli del cambio di paradigma in atto. Bisogna tener conto che gli enti di governo locale, insieme alle imprese, ai consulenti, al mondo di Utilitalia (che associa le Utility a livello nazionale) e al regolatore, compongono un set di elementi che genera una complessità difficile da gestire. Confservizi diventa in questo contesto un luogo di sintesi preposto al dialogo anche con altre aggregazioni – come le associazioni industriali o dei comuni, per esempio – al fine di tradurre i bisogni in opportunità di sviluppo.
Molti territori sono di fatto restii alle unioni, temono di snaturare la loro stessa identità; mentre il nostro obiettivo non è uniformare ma moltiplicare il valore delle singole identità. Solo in questo modo possiamo fornire servizi di qualità ad aree estremamente eterogenee.

 

In effetti i proclami sulle incredibili risorse del nostro Paese sono all’ordine del giorno, ma strategie su rigenerazione urbana e aree metropolitane, valorizzazione aree remote, produzione di cultura al di là della sola conservazione per esempio, appaiono alquanto deboli, se non inesistenti.

Partiamo da una semplice riflessione. Si parla sempre più di industrializzazione dei servizi di pubblica utilità, di omogenizzazione dei processi: ma è possibile utilizzare strumenti di standardizzazione per comuni da 5000, 100.000 o 1 milione di abitanti? È difficile dare una risposta univoca ai problemi e i temi relativi a un possibile sviluppo portano a sentieri culturali diversi; serve sempre buon senso, entro certi limiti si possono anche applicare coefficienti comuni, ma che diano poi spazio a una personalizzazione spinta. Le domande “faro” sembrano ormai retoriche: cosa vogliamo fare dei nostri singoli territori e quindi della meravigliosa biodiversità anche culturale del Paese? Snaturare le piccole realtà sarebbe un elemento di valore per l’Italia? Avremmo lo stesso appeal anche a livello internazionale? Le utility sono solite rispondere a queste domande, si rifanno a direttive nazionali per poi far emergere vocazioni e identità; senza arroccarsi dietro posizioni di retroguardia demagogiche e prive di senso. Comprendere le singole specificità e, anche attraverso processi innovativi con l’adozione di nuove tecnologie, farle emergere per ridare slancio al Paese. È quello che, ripeto, fanno quotidianamente le nostre utility. Se alcune buone pratiche sono oggi più evidenti al Nord che al Sud, si tratta di metterle in rete e attivare collaborazioni sempre più solide. Senza snaturare l’incredibile valore che proprio le diversità portano ad accrescere. Il ruolo di Confservizi in questo senso è chiaro; vicino al territorio con esperienze nazionali e internazionali aperte allo scambio di buone pratiche.

 

Lo sviluppo dei territori passa anche dall’ascolto delle singole esigenze. E dal fatto che anche centri “minori” possano essere attrattivi per i giovani. Le utility sviluppano competenze multidisciplinari orientate alla sostenibilità, di sicuro interesse per giovani tecnici o neolaureati.

La formazione è al centro del nostro programma; un fatto quasi fisiologico se pensiamo che le nostre associate sempre più guardano al mondo del lavoro con l’urgenza di inserire nei propri organici professionalità orientate all’innovazione spinta. Pensiamo a intelligenza artificiale, cyber security, infrastrutture sempre più integrate, data scientist; ma pure a manutenzione degli impianti, energy management e così via. Temi affascinanti che prefigurano un futuro di grandi prospettive occupazionali. Ci siamo dunque attivati per creare percorsi di studio ad hoc dedicati alle utility integrando una formazione di base post diploma e post laurea; e con un nuovi processi inerenti il rapporto scuola/lavoro. Il master ideato in collaborazione con Confservizi Lombardia e l’Università della Bicocca è un esempio virtuoso di come vi sia estrema necessità di affiancare ricerca e innovazione a nuovi team in grado di sviluppare servizi pubblici avanzati.
Tengo peraltro a sottolineare che le competenze tecniche non sono mai sufficienti. Quando ci si rivolge alla “cosa pubblica” servono sensibilità e passione per le mansioni che si svolgono, qualunque siano, perché le ricadute vanno direttamente sulla quotidianità dei cittadini, di tutti i cittadini. Inoltre, il periodo di Covid ha dimostrato come siano sempre più necessarie figure autorevoli in grado di fornire informazioni certe alle persone. Un ruolo di grande responsabilità che ben volentieri ci assumiamo di svolgere.

 

In effetti sempre più si avverte un certo spaesamento davanti ad alcuni fenomeni non governati o difficilmente governabili; pensiamo per esempio ai cambiamenti climatici o ai costi e benefici rispetto all’introduzione di nuove tecnologie o di nuove procedure.

Da questo punto di vista i temi per quanto ci riguarda sono davvero innumerevoli, dalla raccolta differenziata ai termovalorizzatori, dalla qualità dell’acqua del rubinetto all’efficienza energetica fino alla mobilità sostenibile. Ma porci come opinion maker è nel nostro DNA e se non consideriamo questo aspetto, oggi più che mai centrale, non abbiamo compreso appieno la nostra mission. Per questo la nostra comunicazione si esprime attraverso molteplici linguaggi, dai social alla produzione di paper tematici fino a e-magazine e riviste Consolidare processi culturali e diffondere conoscenza significa co-progettare il futuro insieme ai cittadini e alle aziende sui territori. Una rete virtuosa che insieme alle Pubbliche Amministrazioni vogliamo consolidare per la crescita di questo Paese tanto meraviglioso quanto contraddittorio.

 

Per approfondire con il Coordinamento Confservizi Nord Italia questi e altri temi vi aspettiamo a Ecomondo all’interno dello spazio “Smart Utility Hub” (Fiera di Rimini, 7-10 novembre – Padiglione B7 Stand 207-306). Programma