In consiglio regionale la legge per allargare la rete dei controllori

23/01/2024 Il Gazzettino – Alda Vanzan

VENEZIA C’è la curiosità: nessuno potrà mai dire che il relatore (di maggioranza) e il controrelatore (di minoranza) della proposta di legge che oggi andrà in discussione in consiglio regionale del Veneto siano inesperti. Sono entrambi dipendenti dell’azienda di trasporti veneziana Actv, il primo autista di pullman, il secondo pilota di vaporetti. Quindi sanno benissimo qual è la situazione del trasporto pubblico locale. Ma, soprattutto, c’è la sostanza: nonostante la pandemia da coronavirus sia rientrata, pare che i mezzi pubblici attirino sempre meno l’interesse degli utenti, vuoi perché il Covid un po’ le abitudini le ha cambiate, vuoi perché con lo smart working la gente lavora a casa. Quello che non è mutato, anzi, è addirittura aumentato, è il fenomeno dei “portoghesi”: gente che usa autobus, tram, battelli, ma non paga. Viaggia a sbafo. Di qui la proposta di legge di iniziativa della giunta regionale in discussione oggi a palazzo Ferro Fini: combattere l’evasione tariffaria, ma anche i comportamenti scorretti che possono sfociare in episodi di violenza verbale e fisica.

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Ma qual è la fotografia dell’evasione?

I DATI Una premessa: in Veneto le principali aziende che si occupano di trasporto pubblico locale sono Actv e Atvo a Venezia, Busitalia a Padova e Rovigo, Mom a Treviso, Dolomiti Bus a Belluno, Svt a Vicenza, Atv a Verona. Confservizi è invece il sindacato d’impresa. «Fino al 2020 e cioè prima che scoppiasse il Covid – dice Massimo Bettarello, presidente di Atv Verona e di Confservizi – l’evasione tariffaria si aggirava sul 5%. La pandemia è stata una mazzata per le aziende dei trasporti, in media c’è stata una perdita del 50% dei passeggeri e ancora adesso c’è un calo rispetto al periodo pre-Covid del 20%-25%». In compenso l’evasione tariffaria è cresciuta. In provincia di Venezia nel 2023 su 2.250.554 passeggeri controllati la media di irregolarità è stata del 3,34%, con punte dell’8,62% a Chioggia. A Verona i primi otto mesi del 2023 hanno visto un’evasione del 6,6%, +14% sul 2022. «Oggi – dice il presidente di Confservizi – tutte le aziende hanno ripristinato i controlli, ma non abbiamo personale sufficiente e la situazione è destinata ad aggravarsi: la stima è che nei prossimi cinque anni ben la metà degli autisti vada in pensione».

Articolo completo su Il Gazzettino.it del 23/01/24.