La nuova, grande mostra di Padova, Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardie montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart (Centro San Gaetano, dal 29 gennaio al 5 giugno 2022, promossa dal Comune di Padova e da Linea d’ombra, con il sostegno di AcegasApsAmga, APS Holding e Camera di Commercio) è il primo capitolo di un nuovo, ampio progetto espositivo, concepito da Marco Goldin con il titolo complessivo di Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento. Una sequenza di grandi esposizioni che darà vita a un vasto scenario artistico e storico sulla situazione della pittura in Europa lungo tutto il corso del XIX e parte del XX secolo, secondo una divisione nazionale o in aree contigue.
Il progetto espositivo nasce in Marco Goldin dalle suggestioni del suo studio, più che ventennale, dedicato all’arte dell’Ottocento in Europa ma anche nel mondo, sfociato nel suo recentissimo e fortunato libro, uscito nell’ottobre del 2021 per La nave di Teseo, Il giardino e la luna. Arte dell’Ottocento dal romanticismo all’impressionismo, vastissimo e articolato affresco sulla pittura del XIX secolo.
“Padova, recentemente riconosciuta Patrimonio Unesco per il suo essere Urbs Picta offrirà a padovani e turisti la prima mostra di questo grandioso ciclo, qualcosa di assolutamente inedito per il pubblico italiano, che si troverà coinvolto entro i confini di una storia meravigliosa, fatta di paesaggi incantati e ritratti indimenticabili” affermano, con legittimo orgoglio il sindaco Sergio Giordani e l’assessore alla Cultura Andrea Colasio.
La mostra volta a far conoscere il punto di partenza dell’arte in Europa a inizio Ottocento, il romanticismo. Per questo motivo è la Germania ad essere al centro della mostra, assieme alla Svizzera con la quale condivide, almeno in una parte del secolo, intenzioni simili soprattutto sul versante del realismo. Ovviamente le distinzioni poi non mancano, poiché proprio la Svizzera, tra Ottocento e Novecento, con alcuni incantevoli pittori, da Hodler a Segantini giunto dall’Italia, fa comprendere come essa sia più aperta verso il nuovo.
La costruzione della mostra si appoggia sulla stupefacente collezione compresa nella Fondazione Oskar Reinhart, facente parte della straordinaria rete del Kunst Museum di Winterthur, uno dei poli artistici di maggior interesse della Confederazione elvetica.
“Poco rivolto all’arte dell’impressionismo francese, contrariamente ai maggiori collezionisti svizzeri del suo stesso tempo, Oskar Reinhart aveva nei libri e nelle teorie di Julius Meier-Graefe il suo punto di riferimento -annota Goldin-. La grande mostra berlinese del 1906, che lo stesso Meier-Graefe, assieme a Lichtwark e Von Tschudi, dedicò alla riscoperta dell’arte tedesca del XIX secolo, rimase per lui sempre un esempio e da lì nacque il suo collezionismo. Fu quella l’esposizione, tra l’altro, che tornò a rivelare alla pubblica attenzione il romanticismo tedesco. Ma soprattutto riportò in auge la figura inarrivabile di Caspar David Friedrich, incredibilmente, ma comprensibilmente date le nuove spinte culturali dell’epoca,caduto nell’oblio dopo la morte avvenuta prima della metà del secolo. La collezione Reinhart include cinque dipinti meravigliosi di Friedrich, tutti presenti a Padova. Tra essi spicca il capolavoro, Le bianche scogliere di Rügen, universalmente noto e uno degli emblemi del romanticismo”.
“Sono centinaia le opere tedesche e svizzere conservate nella collezione, la cui importanza è sempre stata ben riconosciuta, tanto che quasi trent’anni fa una selezione alta viaggiò in alcuni dei maggiori musei americani ed europei, dal County Museum di Los Angeles al Metropolitan di New York, dalla Nationalgalerie di Berlino alla National Gallery di Londra. E mai più da allora”.
Oggi, a distanza di quasi tre decenni da quella prestigiosa tournée, 75 opere dalla Fondazione Oskar Reinhart, scelte personalmente da Marco Goldin, giungono a Padova per aprire il grande progetto sulle “Geografie dell’Europa”. A partire proprio dal romanticismo in Germania, con i suoi esponenti maggiori da Friedrich a Runge a Dahl. Sei sezioni tematiche, cronologicamente distese lungo i decenni, che consentiranno al visitatore di “appropriarsi” dell’arte svizzera e tedesca dell’Ottocento.
“La mostra sarà –a indicarlo è ancora il suo curatore- un racconto appunto nuovo e pieno di fascino per il pubblico italiano, che verrà condotto a viaggiare, attraverso opere di grande bellezza, entro una pittura che dalla strepitosa modernità dei paesaggi di fine Settecento in Svizzera di Caspar Wolf, che quasi anticipa Turner, arriverà fino a Segantini. In mezzo, una vera e propria avventura della forma e del colore, con paesaggi meravigliosi e ritratti altrettanto significativi. Come detto, procedendo poi dal romanticismo ai vari realismi sia tedeschi sia svizzeri. Quindi, vere e proprie sezioni monografiche come quelle dedicate a Böcklin e Hodler, fino all’impressionismo tedesco e alle novità, francesizzanti, del colore di pittori svizzeri come Cuno Amiete Giovanni Giacometti, il papà del grande scultore Alberto. Tra Hodler e Segantini nasce la devozione emozionata per la montagna che è insieme spalto fisico e categoria dello spirito. La mostra ne darà ampia e appassionata testimonianza, innalzando così alla naturaun vero e proprio inno”.
Del resto, il nuovo libro di Marco Goldin, Il giardino e la luna, dedicato all’arte del XIX secolo, inizia proprio così: “L’Ottocento è il secolo della natura”. Quella natura che, attraverso grandi immagini fotografiche farà anche da sfondo alle opere, così inserite in un vero e proprio, e straordinario, contesto naturale. Un caleidoscopio vivente.
Il Comune di Padova
ll riconoscimento dei cicli pittorici del Trecento quale Patrimonio Unesco dell’Umanità; il restauro e la restituzione alla città del Castello Carrarese; la politica delle grandi mostre. Erano questi i tre grandi pilastri su cui si erano impostate le politiche culturali cittadine cinque anni fa. Il 24 luglio scorso Padova ha ottenuto il sigillo Unesco per gli affreschi della Urbs picta. I lavori di restauro del Castello sono in corso, così come è pronto l’atto negoziale tra Ministero della Cultura, Demanio e Comune che conferirà definitivamente il Castello alla città di Padova. La grande mostra che qui si presenta, curata e organizzata da Marco Goldin, dai romantici a Segantini, chiude un ciclo iniziato con Belzoni e proseguito con Van Gogh. Un insieme di azioni cui era sottesa una precisa ambizione politica: ricollocare Padova tra le grandi città d’arte europee. Tutti gli indicatori relativi ai flussi turistici e agli ingressi negli istituti museali, in primis nella Cappella degli Scrovegni, ci confortano sul fatto che tale strategia sia stata premiata. Senza enfasi possiamo sostenere che Padova, in questi ultimi anni, ha conosciuto un processo profondo e costante di mutamento: le politiche della cultura, spesso residuali e parentetiche, anche in grandi città cariche di storia, sono venute ad assumere un’inedita centralità. L’offerta culturale si è arricchita e qualificata: non solo sul piano dello spettacolo dal vivo, ma anche dei beni culturali e della loro rifunzionalizzazione. In tale ottica va inserito il notevole lavoro di restyling del Centro Culturale San Gaetano, che, anche grazie ai preziosi suggerimenti di Marco Goldin, si è venuto a configurare come uno spazio attrezzato a ospitare grandi mostre internazionali. La mostra ideata da Goldin vuole rappresentare, nelle intenzioni dello studioso, la prima tappa di un percorso ambizioso finalizzato a indagare le Geografie dell’Europa: uno scandaglio di quelle complesse relazioni tra artisti e territori nel vecchio Continente tra Ottocento e Novecento. Un universo dove accanto alle specificità e alle diversità verranno messe in risalto le notevoli aree di intersezione, le affinità e le relazioni tra le diverse culture figurative nazionali. Ci onora il fatto che tale percorso, grazie a questa stupenda mostra, possa prendere il via proprio da Padova. Una grande opportunità per tutti i nostri concittadini e i turisti che potranno immergersi nel primo spaccato di una storia meravigliosa, costellata di “paesaggi incantati e di ritratti indimenticabili”, con un ben definito terminus a quo temporale e stilistico: gli inizi dell’Ottocento e il romanticismo.
Roberto Gasparetto, amministratore delegato di AcegasApsAmga
“Siamo felici di essere partner di questa prestigiosa manifestazione culturale, che costituirà un importante impulso attrattivo per la città di Padova, per i suoi cittadini e per il turismo, un sostegno particolarmente rilevante in questo contesto ancora segnato dalla pandemia. Come AcegasApsAmga, abbiamo deciso di affiancare l’Amministrazione Comunale e Linea d’ombra in questo progetto che è in sintonia con i valori del nostro Gruppo. Riteniamo infatti importante contribuire a promuovere la cultura come risorsa e strumento di inclusione, motore ed energia dello sviluppo sostenibile, come elemento che contribuisce a migliorare la qualità della vita dei cittadini e permette al territorio servito di crescere e migliorarsi”.
Riccardo Bentsik, AD di APS Holding
“Confesso fin da subito l’orgoglio da parte di APS di aver dato un contributo alla realizzazione di una mostra, voluta dal Comune e realizzata da Linea d’ombra, che porta a Padova una collezione di opere di altissimo livello, la maggior parte delle quali mai viste in Italia. APS è da sempre attenta ai servizi che hanno l’ambizione di rendere migliore la qualità della vita della nostra città. Non ci siamo dunque sottratti all’invito di intervenire anche su un bene immateriale qual è la cultura, che in unacittà come Padova gioca un ruolo di primo piano in virtù del suo patrimonio storico e artistico di livello internazionale, di recente sancito dal riconoscimento dell’UNESCO. Una grande opportunità, dunque, per sottolineare la condivisione da parte di APS di quei valori che vorrei rimanessero la guida cui ispirarsi in tutte le nostre attività”.
Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova
“La Camera di Commercio fin dalla sua nascita, oltre ad assicurare alle imprese numerosi servizi essenziali, opera per sviluppare il nostro territorio sostenendo iniziative di qualità e strategiche per la sua promozione a livello nazionale e internazionale. La mostra che il talento di Marco Goldin attraverso la sua Linea d’ombra presenta oggi è, senza alcun dubbio, un evento culturale che ha entrambe le caratteristiche a cui mi riferivo. Aggiungo che, a fianco dell’indubbio valore culturale, questa mostra è anche un importante volano economico per la città, soprattutto per i comparti del turismo e del commercio. Ragion per cui Camera di Commercio è ben lieta di dare il suo supporto all’iniziativa”.