Anno di grazia questo 2021 per la Mortadella Bologna IGP, certamente uno dei salumi più amati dagli italiani e tutelati. È infatti il secondo salume tutelato più venduto dopo il Prosciutto di Parma. Ed è così importante da oltre tre secoli e mezzo, infatti il 24 Ottobre 1661, il Cardinale Farnese emise un bando che codificava la produzione della mortadella, fornendo così uno dei primi esempi di disciplinare molto simile a quelli attuali dei marchi DOP e IGP.
Questa settimana se ne occupa Veneto Agricoltura Channel, il canale multimediale di dell’agenzia regionale, che da alcuni mesi ha intrapreso un viaggio virtuale tra le denominazioni dell’agroalimentare veneto. Ogni settimana sui canali social di Veneto Agricoltura (YouTube, Facebook, Twitter, ecc.) viene presentato un nuovo prodotto e ora è la volta della Mortadella Bologna IGP, alla quale, come sempre, è stato dedicato un video con l’intervista a Corradino Marconi presidente del Consorzio della Mortadella Bologna IGP.
Il salume registra i suoi vertici di consumo a Bologna, primo posto, a Roma, secondo, e a Verona, terzo. Le città sono proprio poste lungo l’asse centrale dell’areale d’interesse che comprende, oltre al Veneto, il centro nord Italia fino al Lazio escluse Umbria, Abruzzi, Valle d’Aosta e Friuli Friuli Venezia Giulia.
Il grande salume rosa, come ricorda Marconi, tanto sottile che in trasparenza si deve vedere la Basilica di San Domenico di Piazza Maggiore, come recita un detto felsineo. Ma anche a cubetti va bene. Ricorda anche che il disciplinare consente l’utilizzo dei pistacchi, “ma mi raccomando”, ribadisce, “i pistacchi sono verdi, non gialli”, a sottolineare che l’acquisto della Mortadella Bologna IGP significa che è stata sottoposta ai controlli del Consorzio, che vigila sulla qualità.
La Bologna IGP ha una forma cilindrica o ovale. Il colore è rosa e il profumo leggermente speziato e intenso. Al taglio la superficie è vellutata, la fetta deve presentare quadrettature bianco-perlacee, il gusto è delicato, senza tracce di affumicatura. La prima fase della sua lavorazione consiste nella selezione delle carni di suino provenienti dalla muscolatura striata e del grasso di alta qualità; quest’ultimo, ricavato dal grasso di gola, costituisce i cosiddetti “lardelli”. Dopo la sgrossatura, le carni vengono opportunamente triturate. Per la preparazione dei lardelli, il grasso è cubettato, scaldato, lavato in acqua e sgocciolato. Dopo l’impastatura in macchine sottovuoto, il prodotto viene insaccato e legato in involucri naturali o sintetici. La fase più delicata è quella della cottura, che avviene in stufe ad aria secca, fino al raggiungimento di una temperatura minima, a cuore del prodotto, di 70°C. Subito dopo si procede rapidamente con il raffreddamento.
“Stiamo attendendo, a breve –ha ricordato il presidente Marconi– alcune modifiche al disciplinare che ci permetterà di produrre un salume ancora più rispondente alle esigenze del consumatore. E abbiamo messo in campo una azione di promozione e valorizzazione su tutto il territorio nazionale, con una azione di marketing di due milioni di Euro fatta di pubblicità ed eventi, che ha visto anche la definizione del nuovo logo e tre appuntamenti importanti, a Roma, Milano e infine proprio il 24 Ottobre, compleanno della Mortadella, a Bologna, dove si potrà assistere in Piazza VIII Agosto, a showcooking e masterclass previa prenotazione sul sito web del Consorzio www.mortadellabologna.com ”.
Infine, perché si chiama “mortadella”? Gli esperti dicono che il nome potrebbe derivare dai termini latini murtatum, ovvero carne tritata nel mortaio, o myrtatum, cioè insaccato di carne condita con bacche di mirto.