Nei giorni scorsi Andrea Gibelli (nelal foto), il presidente di ASSTRA, l’associazione nazionale del trasporto pubblico locale, ha partecipato alla tavola rotonda Il ruolo del trasporto su gomma tra sostenibilità, nuove tecnologie e post emergenza, che si è tenuta durante le giornate di studio del 4° Seminario Sistema su Gomma nel Trasporto Passeggeri. Di seguito riportiamo la sintesi del suo intervento.
Il ruolo che assumerà il trasporto su gomma dipende dagli stimoli e dalle risposte su tre temi strettamente interrelati: la lezione ereditata dalla fase post-emergenza, l’apporto delle nuove tecnologie e come intenderemo la sostenibilità.
Va anzitutto detto che il TPL su gomma ha infatti tenuto in piedi il Paese durante il lock-down, un servizio essenziale, punta avanzata di un sistema di sicurezza per quanto riguarda la tenuta economica e sociale del Paese.
La pandemia ha inoltre riposizionato la mobilità su un nuovo paradigma dove le tecnologie, (a cominciare da quelle cosiddette MaaS – Mobility as A Service, legate per esempio alla bigliettazione e al conteggio delle persone) costituiscono un patrimonio nel prossimo futuro quando usciremo definitivamente dal perimetro dell’emergenza, consentendo un salto quantico verso quello che viene definito come il “New Normal”, tutto da costruire. Le nuove tecnologie incrociano infatti il nuovo paradigma della mobilità e consentono a tutti noi, ad esempio, di partecipare ad un appuntamento in forma ibrida, a distanza e in presenza. L’esperienza quotidiana ci dice questo: sta emergendo un nuovo modo di muoversi in cui la disponibilità di informazioni diventa centrale per l’utente per scegliere i percorsi, le offerte e i mezzi migliori. La società che ci attende avrà più bisogno di muoversi, ma per motivi diversi da quelli di oggi, legati a come verrà interpretata la sostenibilità nel prossimo futuro.
La sostenibilità impone di ripensare i tempi della città e di ridisegnarle attorno a un nuovo rapporto tra mobilità collettiva e individuale che dovranno cambiare radicalmente. Si tratta cioè di integrare soluzioni sostenibili nella transizione energetica con nuove tecnologie dell’informazione per migliorare il rapporto tra domanda e offerta, rigida e flessibile.
Il TPL sarà vincente se riuscirà ad accedere a tutti finanziamenti e attivare progettualità alternative alla mobilità individuale perché un’auto elettrica occupa lo stesso spazio di una a combustione, senza miglioramenti sulla congestione delle nostre città. Bisogna quindi andare verso la transizione energetica, ma senza ingenuità. Un autobus che porta 50 persone libera le città da un numero x di auto offrendo mobilità on demand. Questa è la sfida che oggi il TPL accetta.
Bisogna fare una grande operazione verità. Noi abbiamo sostenuto, insieme alle altre associazioni anche in pieno lock-down, che i mezzi del TPL erano e sono posti più sicuri rispetto a tantissimi altri Il problema è che c’è stato un incidente diciamo di natura più politica che organizzativa relativa alla non differenziazione degli orari delle scuole, quindi il TPL è stato messo sotto la lente di ingrandimento. Questo tentativo di rappresentare che il TPL un posto non adeguato per la sicurezza dei cittadini e del personale è totalmente destituito di fondamento: lo testimoniano i numeri espressione del grande sforzo quotidiano delle aziende del TPL nella pianificazione del servizio e nell’impiego di tutte le tecnologie di sanificazione disponibili. La congestione del traffico nei grandi centri degli ultimi giorni e i mezzi pubblici mezzi vuoti a Roma sono il risultato di questa paura e di certa cattiva informazione frammentata e senza governo. Se oggi capita di vedere una persona da sola in macchina con la mascherina è una contraddizione legata probabilmente a questo disagio che viviamo. Ripensare in tempi delle città vuol dire cogliere l’occasione per ripensare la morfologia delle città dei prossimi decenni.