Nuove considerazioni sono state diffuse al riguardo delle analisi effettuate in occasione del recente Festival dell’Acqua organizzato da Utilitalia, la federazione nazionale che riunisce aziende pubbliche italiane operanti nei servizi pubblici idrici, ambientali ed energetici e della quale Confservizi Veneto è espressione regionale.
Nello specifico, Utilitalia evidenzia che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina 3,5 miliardi alla componente Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo. Dall’indagine del nuovo Blue Book, realizzato dalla Fondazione Utilitatis e presentato al festival, è emerso che 7,8 miliardi dovrebbero essere destinati ad interventi per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico delle aree urbane ed una maggiore resilienza delle infrastrutture; altri 3,1 miliardi di euro sono invece stati stimati per contrastare il fenomeno delle dispersioni idriche, per un totale di 10,9 miliardi per progetti dedicati al contrasto ai cambiamenti climatici. Se si considerano anche i circa 3 miliardi di investimenti per il comparto della fognatura e della depurazione, il totale arriva a 14 miliardi. Tra quello che viene messo in campo e quanto potrebbe essere investito la discrepanza è quindi di circa 10,5 miliardi.
L’Italia ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di situazioni climatiche estreme, in termini di temperature raggiunte nonché di scarsità, ma anche di abbondanza di precipitazioni. Ciò ha causato diffusi regimi idrologici di magra, la mancata ricostituzione delle scorte naturali (nevai, ghiacciai, falde, laghi) e una maggiore richiesta di acqua per qualunque attività umana. Il settore idrico è chiamato a tener conto dei rischi naturali derivanti dal clima che cambia, e deve necessariamente implementare sistemi innovativi che consentano non solo l’uso razionale della risorsa e il riuso della stessa, ma anche interventi per l’adattamento al rischio climatico ed idrogeologico.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali –ha spiegato Giordano Colarullo direttore generale di Utilitalia- non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Solo un massiccio piano di investimenti potrà quindi consentire di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare i periodi fortemente siccitosi”.
Su questo fronte molto bisognerà fare, ha osservato Utilitalia, puntando sulla grande opportunità storica offerta dal Next Generation EU e sulla sua capacità di sostenere la ripresa economica in chiave di sostenibilità.