Veritas è intervenuta rispetto alle considerazioni di Legambiente Veneto sull’impianto di Fusina gestito tramite la controllata Ecoprogetto, sulla gestione dei rifiuti e sul cosiddetto Css ovvero il combustibile solido secondario che si ricava dalla lavorazione dei rifiuti non pericolosi. Di seguito il commento della multiutility veneziana.

Legambiente ha premiato Veritas per la riduzione dei rifiuti e lo sviluppo dell’economia circolare

Curiose e fuori luogo le critiche all’impianto di Fusina

E’ curioso leggere le critiche rivolte da Legambiente Veneto alla politica e all’impegno di Veritas per la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, oltre che ai risultati fin qui ottenuti in questi campi.

Curioso perché solo sei mesi fa – nel corso dell’Ecoforum del 2 dicembre 2019 dedicato proprio all’economia circolare – la stessa Legambiente Veneto aveva premiato Veritas e i 12 Comuni del territorio che nel 2018 avevano fatto registrare alte percentuali di raccolta differenziata e basse quantità di rifiuto secco.

Nella stessa occasione, l’associazione ambientalista aveva consegnato una menzione particolare al Comune di Venezia che in un anno – in controtendenza rispetto agli altri capoluoghi veneti – era riuscito a ridurre di 10 kg la quantità di rifiuto secco residuo per abitante equivalente.

Esattamente l’opposto di quanto adesso sostiene Legambiente Veneto.

La stessa Legambiente, nei due anni precedenti, aveva di nuovo premiato Veritas per aver tracciato tutte le filiere dei rifiuti (unico caso in Italia) e realizzato l’Ecodistretto di Fusina, dove si stanno insediando gli impianti e le aziende che si occupano appunto del riciclo dei materiali differenziati e del trattamento e recupero dei rifiuti. Vale la pena ricordare a chi non lo sapesse (o fingesse di dimenticarlo) che il conferimento in discarica da parte del Gruppo Veritas è limitato a meno del 3% delle circa 530.000 tonnellate di rifiuti raccolte ogni anno nel nostro territorio e prodotte da cittadini, imprese e turisti.

Inoltre, uno speciale riconoscimento era stato consegnato sempre da Legambiente a Veritas per il riutilizzo da parte dell’industria del mobile della quasi totalità del legno raccolto da Veritas in maniera differenziata.

Legambiente – che con le sue dichiarazioni si allinea alla disinformazione che i comitati contro l’impianto di Fusina hanno inutilmente portato avanti in questi mesi – si dimostra poco affidabile anche sui numeri della differenziata.

Infatti, nel 2018 la percentuale nel territorio di Veritas è stata del 69,1%, come certificato da Ispra che per il terzo anno consecutivo ha incoronato Venezia come prima Città metropolitana d’Italia per differenziata.

Nel 2019, invece, la percentuale del territorio è stata del 70,74%, mentre nel primo quadrimestre del 2020 è cresciuta fino ad arrivare al 73,04%.

Nel quinquennio 2015-2019 la quantità di rifiuto secco raccolto nel nostro territorio è diminuita dell’8,78% a fronte dell’aumento della differenziata del 70,74%.

Tutto questo dimostra che Veritas è un’azienda efficiente e attenta all’ambiente e alle esigenze del territorio e dei cittadini.

Allineandosi a quanto ripetono i comitati – e che la Commissione Via regionale ha dimostrato essere falso – Legambiente fornisce pure numeri sbagliati per quanto riguarda le quantità che saranno trattate nell’impianto di Fusina, già approvato dai Sindaci dei 51 Comuni-soci, che lo hanno considerato strategico.

Per l’ennesima volta, infatti, Veritas ribadisce che la capacità dell’impianto è legata esclusivamente ai 47,9 MWt autorizzati, che non potranno essere superati, e che corrispondono all’utilizzo delle circa 60.000 tonnellate/anno di Css (Combustibile solido secondario) prodotto da Veritas dal trattamento del rifiuto secco residuo raccolto nel territorio della Città metropolitana di Venezia e nel Comune di Mogliano Veneto (Tv).

Ogni altro calcolo è frutto di pura fantasia (a voler essere benevoli) e dimostra quanto poco Comitati e varie associazioni che si oppongono all’impianto abbiano a cuore il benessere e la sicurezza del territorio.

Le immagini di Roma – come noto priva di impianti per il trattamento, la trasformazione e lo smaltimento dei rifiuti, quindi non autosufficiente in questo campo – sono facilmente e liberamente accessibili da tutti.