Più investimenti per ammodernare reti e impianti nel territorio, ma senza alzare la tariffa ai cittadini. È questa la sintesi del Budget per l’anno 2020 di Acquevenete, approvato oggi pomeriggio all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci. Con 36 milioni di euro di nuove opere pianificate per il prossimo anno, il gestore idrico della bassa padovana e del Polesine si attesta tra le migliori performance a livello nazionale: 70,73 euro investiti in media per abitante, contro la media attuale italiana di 38,7 euro/abitante.
“Possiamo dire che Acquevenete comincia davvero a imprimere un cambiamento nell’assetto del servizio idrico integrato del territorio gestito -ha sottolineato il presidente della società Piergiorgio Cortelazzo-. Se sino a quest’anno si è lavorato al completamento della programmazione degli anni passati, adesso inizia il cambio di passo nella gestione, in primis con due opere di enorme importanza per il territorio, che interesseranno l’esercizio 2020: il cosiddetto tubone, per rifornire di acqua senza PFAS il montagnanese e la zona berica, e l’acquisto del S.A.VE.C., per portare acqua pedemontana di alta qualità a parte del Polesine. Due opere strategiche, che comporteranno profondi cambiamenti alla rete di distribuzione e la futura dismissione di alcune centrali. Siamo davanti a uno spartiacque: finisce la gestione dell’emergenza, si mettono le basi per il nuovo assetto del sistema acquedottistico”.
Nel dettaglio, dei 36.373.000 euro di investimenti previsti per il prossimo anno, 23.333.000 euro riguardano il settore acquedotto, reti e impianti, mentre 13.040.000 euro sono in programma per reti fognarie e depurazione. Una delle opere più attese è quella finalizzata a risolvere l’emergenza PFAS, con la realizzazione della condotta di collegamento Ponso-Montagnana-Pojana Maggiore e di un serbatoio di accumulo del volume di 10.000 mc: si tratta di un maxi cantiere dell’importo complessivo di oltre 28 milioni, rientranti nel finanziamento del Ministero a disposizione del Commissario Straordinario per l’emergenza PFAS.
Si prevede inoltre l’acquisizione delle condotte che compongono il S.A.VE.C. (Sistema Acquedottistico Veneto Centrale), con l’attivazione di approvvigionamenti di acqua ottima qualità, destinata a parte del Polesine e al Comune di Cavarzere nel veneziano: un’alternativa all’acqua attualmente prelevata da fiume, con la progressiva riduzione degli emungimenti di acqua superficiale.
Ancora, sul fronte acquedottistico è in scaletta il potenziamento delle fonti di approvvigionamento, con una serie di interventi alle centrali di potabilizzazione alimentate da acque superficiali, per rafforzare la loro potenzialità di trattamento e consentire di superare situazioni di criticità idraulica e qualitativa: saranno interessate le centrali di Piacenza d’Adige, Anguillara Veneta, Boara Polesine e Badia Polesine. Inoltre,
saranno avviati lavori per nuove condotte adduttrici per la distribuzione diffusa nel territorio di acqua proveniente dalle fonti idriche disponibili nella parte a Nord, anche con dismissione di alcuni impianti di potabilizzazione, come la condotta Villamarzana-Occhiobello.
Resterà poi continuo l’impegno per migliorare il servizio fognario, con estensioni di rete, per potenziare e razionalizzare gli impianti di depurazione, nell’ottica della tutela dell’ambiente, e per sostituire le vecchie condotte idriche ammalorate soggette a ripetute rotture, in modo da migliorare la qualità e la continuità del servizio offerto all’utenza.
Particolarmente importate è anche l’aspetto relativo alle tariffe, che per il Budget 2020, nonostante l’incremento degli investimenti e nuovi servizi offerti ai cittadini, rimangono complessivamente invariate, pur con le rimodulazioni dovute alla nuova articolazione tariffaria del 2019 (TICSI) legata alla numerosità dei componenti della famiglia. La spesa media mensile familiare per la fornitura di acqua, confrontata con quella di altri servizi (tv, rifiuti, telefonia, energia e gas), rappresenta in media circa il 3,4% del totale.
Se rimane ferma la tariffa e crescono gli investimenti, infine, è da segnalare anche come crescono significativamente alcuni costi, che non possono essere oggetto di risparmi o efficientamenti da parte della società. In particolare, lievitano i costi dello smaltimento dei fanghi e i costi di emergenza per trattare i nuovi contaminanti. Solo la rigenerazione dei carboni attivi, necessaria per la filtrazione dell’acqua in uscita dalle centrali, ha un costo di 1.200.000 euro.
Complessivamente, il Budget approvato prevede al 31 dicembre 2020 un valore della produzione pari a 86.466.200 euro e costi della produzione per 83.959.334 euro.