L’importanza della sostenibilità, quale strumento strategico e di miglioramento per la progettazione e l’erogazione dei servizi di pubblica utilità, è stata evidenziata e ribadita nel corso del seminario e della tavola rotonda che, organizzati da Confservizi Veneto, si sono svolti nella mattinata odierna nella sala consiglio della Provincia di Treviso.
Confservizi Veneto, l’associazione delle public utilities a capitale pubblico-privato di proprietà degli enti locali, ha promosso l’evento con l’obiettivo di informare, confrontare e stimolare un ulteriore sviluppo dei processi di miglioramento delle proprie imprese in ottica di Sostenibilità e di Responsabilità Sociale d’Impresa. Gli associati con 14.000 collaboratori erogano in Veneto i servizi pubblici fondamentali per la qualità della vita: ciclo idrico integrato, gestione rifiuti, trasporto pubblico e parcheggi, distribuzione gas, produzione e distribuzione energia, illuminazione pubblica, gestione calore, ecc.
I lavori si sono aperti con i saluti di Giancarlo Da Tos consigliere della Provincia di Treviso, Alessandro Manera assessore alle Politiche ambientali e Smart city del Comune di Treviso e Angelo Tosoni vice presidente vicario di Anci Veneto. Coordinato da Massimo Bettarello presidente di Confservizi Veneto, il seminario ha visto autorevoli esperti delineare l’evoluzione del sistema dei servizi pubblici ed evidenziare i metodi e i modelli di pianificazione, rendicontazione e comunicazione, con una particolare attenzione all’inclusione degli stakeholder.
Il presidente di Confservizi Veneto Massimo Bettarello ha sottolineato l’importanza che l’associazione regionale diventi parte attiva nel creare un modello di bilancio di sostenibilità che evidenzi il valore economico e sociale di un comparto di forte impatto territoriale. Le public utilities sono infatti le uniche aziende che garantiscono servizi 366 giorni all’anno 24 ore su 24 indistintamente a tutti i cittadini del Veneto e a 70 milioni di turisti.
L’impegno sul fronte della sostenibilità, ha commentato Emanuele Proia (slide presentazione) direttore di Asstra, è un molto concreto ed è approdato alla redazione di Linee guida ad uso e consumo delle imprese di trasporto pubblico locale. Si tratta di uno strumento operativo per le imprese di TPL per avviarle in un percorso di misurazione e rendicontazione di quanto in realtà già fanno in termini di sostenibilità in ambito ambientale e sociale per il fatto stesso di produrre il servizio di trasporto pubblico. Quindi le aziende di TPL sono per loro natura sostenibili, ma c’è un salto culturale e organizzativo da fare per imparare a misurare la propria “sostenibilità” e comunicarla agli interlocutori politici e finanziari, anche perché questo consente di accedere a linee di credito innovative. Tutti i nuovi modelli dell’economia, green e circolare, sono il terreno su cui si muove la sostenibilità per le imprese di TPL.
Il primo obiettivo da perseguire è il bilancio integrato d’impresa, bilancio integrato significa, infatti, che i principi della sostenibilità e della economia circolare sono diventati organici alla vita e ai processi dell’azienda. Non c’è niente da inventare, l’ONU ha già definito tutti gli obiettivi della sostenibilità con l’Agenda 2030. Esistono quindi dei modelli di rendicontazione, si tratta semplicemente di adattarli al nostro mondo. L’associazione non fa altro che mettere le aziende allo specchio perché prendano coscienza di quello che sono e che fanno stando già dentro il quadro della sostenibilità fissato dall’ONU.
Giordano Colarullo (slide presentazione), direttore di Utilitalia, Imprese acqua ambiente energia, ha spiegato che efficienza, risparmio energetico e idrico, economia circolare, salvaguardia e riuso delle risorse giocano un ruolo centrale nello sviluppo sostenibile del Paese e nella decarbonizzazione della nostra economia. Perseguendo i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, è sempre maggiore la convinzione che la sostenibilità sia un imprescindibile fattore di crescita economico, sociale e ambientale. Non a caso, alla fine dello scorso anno, con il censimento Misurarsi per migliorars Utilitalia ha avviato il primo rapporto di sostenibilità delle aziende associate, dal quale è emerso un comparto capace di generare investimenti per oltre 3 miliardi di euro l’anno, di assicurare la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse ambientali e di garantire un contributo all’ammodernamento del Paese in termini di infrastrutture e competenze. Per le aziende dell’associazione, i report di sostenibilità sono ormai parte integrante della strategia e della pianificazione industriale, con l’obiettivo di creare valore economico e sociale.
Gli indicatori internazionali, lo sviluppo dei modelli e dei processi di raccolta dati e rendicontazione, nonché gli scenari futuri sono stati i temi trattati da Alessandro di Paolo (slide presentazione), docente all’Università degli Studi di Padova ed Esperto di Strategie e Innovazione Sociale. Dopo un rapido excursus storico, s’è soffermato sulla strategia a medio e lungo periodo che contraddistingue il bilancio di sostenibilità rispetto a quello semplicemente economico e come serva a capitalizzare e valorizzare il capitale umano e le attenzioni verso l’ambiente e la comunità. La sommatoria (fusione) di tali elementi produce il bilancio di sostenibilità, ma se si aggiunge anche il patrimonio (economico e finanziario) si arriva al bilancio integrato. Ampio spazio ha poi dedicato agli scenari futuri: dall’evoluzione del marketing all’importanza degli investimenti (energie e risorse) nel settore della fornitura dei servizi al cittadino, sino alle nuove e recenti norme europee e italiane riguardanti la rendicontazione non finanziaria e in particolare le informazioni sociali, di governance e ambientali.
Come coniugare competitività e sostenibilità? Come fare business considerando l’ambiente e il benessere delle persone? Come ingaggiare gli stakeholder dell’impresa? Sono state le domande alle quali ha dato risposta Rossella Sobrero (slide presentazione), consigliere nazionale Ferpi con delega su Valore condiviso, Etica & Deontologia, Rapporti con terzo settore. Ha spiegato che l’impresa – un organismo complesso fatto di anima (vision, mission, valori, storia, relazioni, fiducia) e di corpo (organizzazione del lavoro, risorse, strumenti, sistemi, persone) – cerca di rispondere alle richieste di mercato in rapido cambiamento facendo diventare la sostenibilità un driver strategico. Sono sempre di più le aziende consapevoli che la sostenibilità aiuta a innovare e innovarsi, che è necessario adottare una visione sistemica, che scelgono di investire per migliorare il benessere delle proprie persone, che realizzano progetti con la comunità, che coinvolgono i fornitori per rendere più sostenibile la filiera.
Ha inoltre evidenziato che cresce l’importanza degli intangibili che vengono riconosciuti strategici anche dagli investitori. Il valore del brand è sempre più collegato a diversi capitali: oltre a quello economico, anche quello umano, relazionale, ambientale. Le organizzazioni responsabili si dotano di strumenti quali le certificazioni, il Codice di comportamento, il Codice etico, il Comitato Sostenibilità…
Però non basta comunicare, occorre ingaggiare ha concluso la Sobrero. Chi ha fatto della sostenibilità un driver strategico ha compreso che avviare un confronto continuativo con i portatori di interesse migliora la collaborazione, aumenta il livello di competenze, amplia le conoscenze. Far entrare l’opinione degli stakeholder nell’impresa significa aprirsi a nuove opportunità: aiuta la cultura aziendale a rinnovarsi, rafforza la catena del valore, stimola la creatività dei collaboratori. Oggi chi comunica non può più considerarsi un cacciatore che deve colpire un target ma un bravo giardiniere che sa coltivare le relazioni. Solo quando il rapporto tra l’impresa e i suoi stakeholder parte da questi principi si può passare dalla comunicazione all’ingaggio.
Laura Dal Corso (slide presentazione), professore associato di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni dell’Università degli Studi di Padova e consigliere segretario dell’Ordine degli psicologi del Veneto ha evidenziato il contributo della psicologia alla comprensione della necessità per tutti di fare delle scelte e dell’importanza di privilegiare la riflessione sull’azione all’insegna della consapevolezza e della responsabilità. Ha evidenziato che siamo tutti chiamati ad agire in un certo modo piuttosto che in un altro. Ciò faciliterà la diffusione di organizzazioni che presidiano il cambiamento con il pensiero positivo, ovvero con la capacità di mettere a punto obiettivi di sviluppo, sostenibili e nel contempo sfidanti, da rafforzare con la condivisione.
La tavola rotonda, dal canto suo, ha posto in luce le best practies delle public utilities del Veneto, che per molti aspetti è leader nel nostro Paese, come per esempio, per citare solo un paio di casi, nella raccolta differenziata dei rifiuti e nella capacità di copertura dei costi del trasporto pubblico locale tramite i biglietti e gli abbonamenti. Risultati raggiunti sì grazie alla tensione all’eccellenza dei gestori, ma anche grazie agli utenti e alla comunicazione e al coinvolgimento tra aziende e stakeholders.
Coordinata da Paolo Calia giornalista de Il Gazzettino, la tavola rotonda è stato un interessantissimo susseguirsi di domande e risposte tra il giornalista e i partecipanti Federico Trevisan responsabile Relazioni con Enti Locali e Istituzioni di AcegasApsAmga, Anna Taddei responsabile Brand Management e Relazioni Esterne di Agsm, Gianfranco Vivian amministratore unico di Aim, Andrea Levorato presidente Etra, Giacomo Colladon presidente Mom, Andrea Razzini direttore generale Veritas.
I lavori si sono conclusi con l’intervento di Nicola Mazzonetto direttore Confservizi Veneto, che ha sottolineato gli aspetti salienti dei temi trattati e la volontà di accrescere l’impegno dell’associazione nel favorire la tensione alla sostenibilità del sistema che rappresenta e il raggiungimento di performance sempre più efficaci e migliori.