Le opere d’arte nate dai rifiuti arrivano a Padova: sino al 13 novembre, la splendida Agorà del Centro Culturale Altinate San Gaetano ospiterà “Scart, il lato bello e utile del rifiuto”, l’esclusiva mostra gratuita promossa dal Gruppo Hera, in collaborazione con il Comune di Padova. Si tratta di un evento unico, che raccoglie opere realizzate da artisti di fama internazionale, architetti e studenti delle Accademie di Belle Arti di Firenze e di Bologna, capaci di lavorare su materiali di scarto per ricavarne prodotti artistici, installazioni e particolari elementi di design. Vera e propria travelling exhibition – che sbarca in Veneto dopo aver toccato le città di Ravenna, Imola, Modena, Udine, Pisa e Bologna – la mostra nasce nell’ambito del progetto Scart, ideato da Waste Recycling (società del Gruppo Herambiente) per incidere positivamente, proprio attraverso l’arte, sulla mentalità del recupero e del riuso, in assoluta continuità con l’impegno del Gruppo Hera sul fronte dell’economia circolare. Il progetto espositivo, tra l’altro, chiude a Padova un anno particolarmente significativo della sua storia: Scart nasceva, 20 anni fa con l’intento di alzare il sipario sullo scenario del riutilizzo della materia. Oggi Scart è una collezione d’arte di oltre 900 pezzi, i più significativi dei quali saranno esposti a Padova. Porte aperte, dunque, al pubblico di ogni età: chi lo desidera, infatti, potrà visitare la mostra dal tutti i giorni, compresi sabato e domenica, dalle ore 10 alle ore 19.
Da David Bowie a Pinocchio: le esclusive opere esposte al San Gaetano
Le opere in mostra presso la location situata nel cuore della città, saranno pronte a sorprendere per le mille forme che può assumere la materia quando passa attraverso la forza rigenerante dell’arte. A cominciare dal gigantesco Pinocchio, alto 5 metri, di Edoardo Malagigi, per poi spostarsi verso le quindici figure di uomini e donne che compongono l’installazione Business Wo/men. Perline, pietre, bottoni, vanno poi a comporre il viso della Marilyn Monroe di Antonella Prasse; Valentina Perini costruisce un ritratto di Nelson Mandela utilizzando cavi da pc e telefono, metallo e sacchetti plastica; David Bowie cattura lo sguardo sul vetro, la plastica, i tappi di bottiglia e le setole di scopa che Giulia Gigli ha utilizzato per comporre il volto del Duca Bianco. I ritratti si dividono la scena con il ferro, le bombolette, le cassette della frutta, i barattoli e i ritagli di pelle utilizzati per realizzare sculture di animali che danno vita a uno zoo fantastico, fatto di aquile, serpenti, gatti, orsi bruni che, nelle parole del critico d’arte Claudio Spadoni, compongono “un eterogeneo bestiario di divertita, in alcuni casi scanzonata, intonazione dada-surrealista”.